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The VVitch, racconti popolari dal nuovo mondo

Immagine del redattore: Alessia CapassoAlessia Capasso

Aggiornamento: 27 mag 2022

Qualche giorno fa è stato annunciato che il 22 aprile uscirà al cinema The Northman, terza pellicola del giovane ed acclamato regista Robert Eggers. Conosco questo nome perché tutti, e intendo TUTTI i miei amici esperti di cinema me ne hanno sempre parlato davvero molto bene. Ho visto il trailer ed, effettivamente, mi ha talmente colpita che non vedo l'ora di vederlo. Ma, soprattutto, ho deciso di recuperare le pellicole precedenti del regista, giusto per avere un'idea chiara del suo tipo cinema.


Il suo primissimo lungometraggio è il film di cui ho deciso di chiacchierare in questo articolo. Capirete più avanti perché. Sto parlando di The VVitch, film horror del 2015 con protagonista Anya Taylor-Joy, grande debutto di Eggers e successo cinematografico che gli ha permesso di vincere il premio per la miglior regia al Sundance Film Festival.



Anya Taylor-Joy nel ruolo di Thomasin, The VVitch (2015)

Il film tocca temi molto vicini a quelli che trattiamo solitamente su #C, e lo si capisce dal sottotitolo del film: A New-England Folktale, un racconto popolare del New-England.


Ovviamente ve lo consiglio anche prima di cominciare a parlarne, ma nelle prossime righe troverete molti spoiler, quindi tornate a leggermi quando avrete finito la visione!

Folklore del nuovo mondo


Il film è ambientato nel New England nel XVII secolo. Il predicatore William ha deciso di lasciare l'Inghilterra e partire con la comunità puritana verso il nuovo continente (e verso una nuova vita) con la moglie e i loro cinque figli. William, però, viene allontanato dal villaggio e costretto a trovare riparo nei pressi di un bosco. La vita della famiglia procede tra stenti, cibo che manca e nostalgia di casa, ma viene totalmente scombussolata quando il neonato Sam sparisce misteriosamente mentre Thomasin, la sorella maggiore, lo accudisce. Questo episodio porta ad una valanga di conseguenze intossicate dall'ignoranza, dalla paura, dal fanatismo e dalle superstizioni.


Ma nel bosco si nasconde qualcosa, anzi, qualcuno che è responsabile di tutti gli avvenimenti: una strega, ed Eggers ce la mostra fin da subito di spalle, illuminata soltanto dalle candele della sua casetta di legno. Una donna anziana e con i lunghi capelli bianchi che ha rapito Sam e l'ha ucciso, preparando con i suoi resti un unguento.


William e la sua famiglia raccolti in preghiera dopo essere stati cacciati dalla comunità

The VVitch è un racconto popolare a tutti gli effetti, simile a quelli che abbiamo anche in patria (basti pensare a La Gatta Cenerentola di Giambattista Basile): di fondo c'è una morale, un insegnamento, ma gli avvenimenti sono cruenti, quasi grotteschi e indubbiamente violenti.


I punti cardine della narrazione "fiabesca" ci sono tutti: c'è la protagonista e il suo aiutante, il fratello minore Caleb; c'è l'antagonista, che non è la strega, ma Satana in persona, nella forma del caprone della fattoria di famiglia. E c'è anche il lieto fine, se così vogliamo definirlo, associato alla liberazione e alla purificazione dagli eventi.


Fonti e fattarielli di The VVitch


Sembra che Robert Eggers abbia dedicato ben quattro anni alla raccolta di fonti storiche per creare una trama quanto più accurata possibile. E, vi assicuro, i risultati si vedono.


Il fanatismo religioso delle comunità puritane sbarcate in America è ben noto se pensiamo ad eventi molto vicini al periodo del film, come il processo alle streghe di Salem del 1692. Nella pellicola di Eggers è quasi portato all'estremo, provocando sacrifici continui e flagellazioni personali. D'altronde, è risaputo che un eccesso porta ad un altro: la prima donna di Salem a manifestare segni di una probabile possessione demoniaca fu la figlia del pastore Samuel Parris, a prova del fatto che la suggestione e la paura possono condurre a convinzioni devastanti.


Examination of a Witch, 1853 - Tompkins Harrison Matteson

La cura dei dettagli di Eggers è visibile anche nelle ambientazioni. La prima cosa che si nota in questa pellicola che, a tratti, sembra una raccolta di dipinti caravaggeschi, è il buio. Io stessa ho dovuto illuminare lo schermo ulteriormente durante la visione per non perdermi i dettagli.


Questo perché, e mi sembra assurdo doverlo sottolineare, tutti i secoli precedenti all'introduzione della corrente elettrica e dell'illuminazione stradale erano, di fatto, estremamente bui! Avrò visto centinaia di sceneggiati, film e serie ambientati nel passato, ma le illuminazioni erano sempre moderne e non permettevano allo spettatore di capire l'angoscia e la paura legate alla notte.


La famiglia di William riunita a cena

Altro dettaglio importante è legato all'ambito medico. In una delle scene del film, William prende in mano una delle sue pannocchie ammuffite, a chiara testimonianza del fatto che i suoi sforzi nei campi valgono a poco. La muffa della segale, la Claviceps purpurea, provoca un'intossicazione detta ergotismo, che, in casi lievi, comporta problematiche di tipo neurologico, come convulsioni e allucinazioni.


Alcune delle più grandi piantagioni di segale erano presenti in Massachusetts. Thomas Putnam, uno dei maggiori accusatori di streghe di Salem, possedeva il più grande campo di segale della città. La figlia Ruth manifestò gli stessi "sintomi" della possessione diabolica, insieme ad altre persone che vivevano nei pressi della piantagione. Putnam arriverà ad accusare di stregoneria ben 43 persone, ma la probabilità che queste siano state solo vittime di un avvelenamento ci fa riflettere sull'illogica di questi avvenimenti.


William esamina le sue pannocchie, annerite dalla presenza di muffa

Infine vi svelo un particolare che ho trovato particolarmente affascinante, soprattutto a causa della mia formazione da grafica. Se guardiamo il poster ufficiale del film, vedremo che la parola Witch (strega) è trascritta con due V al posto della W: VVitch. La lettura è praticamente la stessa, ma c'è un motivo per il cambio di lettere.


Durante un'intervista, Eggers afferma di aver trovato nelle sue ricerche un opuscolo risalente al 1640 nel quale la parola witch era stampata con le due V. Sembra che le tipografie del tempo non potessero permettersi economicamente l'acquisto di un gran quantitativo di diversi caratteri tipografici, per questo l'espediente della doppia V era utile alla causa!



Simbolismo delle streghe


Concludo l'analisi di questo film che mi ha colpita così tanto con un piccolo spazio dedicato alle streghe. O meglio: alla narrazione delle streghe con gli occhi di Eggers.


Alla fine delle macabre vicende, Thomasin si lascia sedurre dal diavolo e decide di unirsi alle stesse streghe che le hanno distrutto vita e famiglia. Per molti può sembra l'unica chance di sopravvivenza che la giovane ha, ormai vittima innocente del male. Io invece ci ho visto una specie di rivalsa simbolica: Thomasin sceglie volontariamente la libertà regalata dal male per liberarsi della prigionia del bene.




Diventando strega, la protagonista riesce finalmente a distaccarsi dalla sua famiglia e a crescere. Fin da subito, infatti, si denota quanto Thomasin sia diversa dalla propria famiglia d'origine, quanto soffra la clausura, il giudizio di sua madre, le imposizioni bigotte. Lei preferisce concedersi all'indipendenza e ad un diverso tipo di sacrificio, quello per se stessa.


Con questa diversa prospettiva, cambia il significato di cosa sia una strega: una serva del male? Una succube delle volontà umane? Una donna libera e sapiente? Una maga? A voi lascio le vostre considerazioni. La scelta di Thomasin può essere d'aiuto.




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