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Storie della mia infanzia

Immagine del redattore: Alessia CapassoAlessia Capasso

Aggiornamento: 21 gen 2022

Io sono una di quei millennials cresciuti a pane e Melevisione, il famosissimo programma per bambini in cui Tonio Cartonio ci mostrava la vita di questo luogo magico chiamato Fantabosco, fatto di principesse, streghe e giganti.


Adoravo tutto il contesto "fiabesco" del programma, ma il vero motivo per cui lo seguivo erano i cartoni. La Melevisione nacque inizialmente proprio come contenitore di corti animati: questa magica tv era un sorta di jukebox, che per attivarsi non aveva bisogno di monete, ma di frutta. Tonio Cartonio gettava una mela o una banana in questo strano marchingegno e subito cominciavano gli episodi di cartoni che porto ancora nel cuore, come Bob l'Aggiustatutto, Il Pianeta di Pisqueak o I Babalous.


A queste si aggiungevano altre serie che ho dimenticato nel tempo, fino a quando, qualche settimana fa, ho ricordato che c'era un cartone in particolare che mi affascinava. Era totalmente diverso nei disegni e nelle storie, tanto che sono sicura di esserne stata spaventata in qualche occasione. Non ricordavo la trama o i personaggi, ad eccezione di una donna terrificante con la pelle azzurra e dallo sguardo agghiacciante e terrificante. Un'immagine che è rimasta impressa nella mia mente per anni, ma totalmente fuori contesto. Che cartone era e, soprattutto, chi era quella donna? Sono ricorsa a Google, grazie al quale mi si è aperto un mondo.



La donna di cui parlavo precedentemente è la Regina delle Nevi, antagonista dell'omonimo film di animazione datato 1957 prodotto dalla Sojuzmul'tfil'm, la più importante casa di produzione animata del periodo sovietico. Non molti di voi lo sapranno, ma, mentre nel mondo occidentale mamma Disney raccoglieva successi continui con i classici che ancora oggi rivediamo con molto piacere, in Russia venivano prodotti cartoni animati di un livello altrettanto elevato.


La Sojuzmul'tfil'm viene fondata nel 1936 a Mosca e produce più di 1500 film nel corso dei successivi 50 anni. Alcuni vincono anche importanti premi internazionali: è proprio "La Regina delle Nevi" a conquistare il Festival del cinema di Venezia del 1957. Proprio come la rivale statunitense, anche la casa di produzione sovietica prende spunto da fiabe di autori come Andersen, o da romanzi per bambini.


Il film si ispira ad una fiaba di Hans Christian Andersen, chiamaya appunto "La Regina delle Nevi", nella quale si racconta la storia di una donna divenuta fredda come il ghiaccio dopo una grande delusione d'amore e che rapisce bambini e li congela. Agghiacciante, vero? Vi assicuro che questo bellissimo film d'animazione interpreta meravigliosamente la Regina, che appare sempre seria, bellissima e spaventosa. Con i suoi grandi occhi azzurri fissa lo schermo e lo buca, facendo trapelare il suo immenso potere. Ora ditemi voi come fa a non spaventarsi una bambina (io) nel vedere questa donna così imponente fissarla dritto negli occhi.


Ok, ma la Melevisione? Ci stiamo arrivando.


Sappiamo che uno dei più grandi export culturali della Russia è il balletto classico. Vi faccio solo un paio di nomi: Anna Pavlova, la più grande ballerina al mondo del XX secolo, e Pëtr Il'ič Čajkovskij, il compositore de Il lago dei cigni e Lo Schiaccianoci. Ma se siete appassionati come me (quanti pomeriggi passati su YouTube a guardare la Pavlova mentre balla da cigno...), conoscerete qualche nome un po' più recente. E se parliamo di balletto russo negli ultimi cinquant'anni, il primo nome che vi verrà in mente è questo: Mikhail Baryshnikov. Se non sapete di chi parlo, vi conviene continuare a leggere.


Baryshnikov è un ballerino russo tra i più talentuosi e famosi di sempre. Dopo una breve carriera di successo in terra natia, si trasferisce prima in Canada e poi in America, dove sarà primo ballerino dell'American Theatre Ballet di New York alla fine degli anni '70. Non vi dico altro della sua biografia e vi lascio al suo Don Chisciotte.



Nel 1995, Baryshnikov si mette in contatto con la Sojuzmul'tfil'm per produrre un'idea che ha avuto durante i suoi anni di vita in America: creare una raccolta dei grandi film sovietici per il pubblico statunitense. Il ballerino racconta di essere cresciuto guardando questi film in Unione Sovietica, ed è sempre stato un forte sostenitore dell'importazione di queste pellicole. Nasce così "Mikhail Baryshnikov's Stories from My Childhood", una serie animata trasmessa dal 1996 al 1998 sulla rete americana PBS. Forse ricorderete la bellissima sigla...



In Italia il programma viene trasmesso su Rai 3 all'interno della Melevisione dividendo i film in più puntate, e cambia nome in "Storie della mia infanzia". Gli episodi-film sono 13 e rappresentano probabilmente il meglio dell'animazione sovietica.


Ma quali sono questi film? Sono disponibili ancora oggi? Ovviamente sì, in passato in forma DVD e, oggi in digitale. Con mia grande fortuna, ho trovato una playlist su YouTube che contiene quasi tutti i film della serie "Storie della mia infanzia", alcuni addirittura in lingua originale. Ve la lascio qui!



P.S.: se anche voi avete paura della Regina delle Nevi (è normalissimo), c'è un metodo che vi consiglio di provare: quando vi guarda dritta negli occhi, pensate che il suo corrispettivo Disney è Elsa di Frozen. Vi verrà sicuramente da ridere nel pensare che lo stesso personaggio è stato rappresentato in modo così diverso!

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