La simbologia dei fiori nella storia dell'arte: metafora e rappresentazione
La storia dell'arte, si sa, è ricca di simboli difficili da decifrare: tra questi, anche i fiori sono stati utilizzati per secoli come modi di trasmettere un messaggio preciso.
Oltre ad avere una lunghissima storia di simbolismi e significati nascosti, i fiori sono anche protagonisti di un genere pittorico, che si inizia a creare nel Rinascimento per poi affermarsi in Europa grazie al fiammingo Hans Memling, che nel 1490 dipinse un vaso di fiori. Questo tipo di pittura rientra nel macrouniverso delle nature morte, che troverà la sua più alta affermazione grazie a un personaggio che tutti conosciamo molto bene: Michelangelo Merisi da Caravaggio (o, semplicemente, Caravaggio).
Tornando a parlare di simboli e misteri, vediamo adesso quali sono i fiori più utilizzati dagli artisti.
I petali bianchi del giglio
Partiamo dal grandissimo protagonista dell'arte religiosa, il candido giglio. Sembra che il suo nome, lilium, derivi dalla parola celtica “li”, che vuol dire bianco; proprio per questo colore e la delicatezza dei suoi petali, da sempre il giglio è stato affiancato alla purezza e all'innocenza.
Dietro questo fiore si nascondono moltissime leggende, perfino legate alla mitologia greca: difatti, il giglio era associato ad Era, o Giunone per i romani, la dea della procreazione e del matrimonio. Pare infatti che, mentre la dea allattava Ercole, dal suo seno caddero due gocce di latte e da una di queste nacque il giglio, simbolo di amore, fedeltà, ma anche di nascita.
Tuttavia, di sicuro molti di voi ricorderanno questo fiore associato alla figura della Madonna: difatti, è un simbolo utilizzato dai pittori nel rappresentare l'annunciazione a Maria; il giglio è il fiore offerto dall'arcangelo Gabriele in moltissime raffigurazioni e questo perché, appunto, rappresenta la purezza, la verginità e la santità di Maria.
Non tutti sanno che il giglio è inoltre accostato alla figura di Sant'Antonio da Padova, il quale è patrono dei bambini: questi fiori gli vennero donati da Gesù stesso, a rappresentare il suo animo candido e la sua innocenza, ma è anche un simbolo della Fede cristiana.
C'è poi da indagare il numero dei petali e il colore con cui viene rappresentato questo fiore: se il giglio ha tre petali, invece dei canonici quattro o cinque, allora è una rappresentazione della Sacra Trinità e ad ognuno dei petali corrisponde una virtù teologale: fede, speranza e carità.
Inoltre, il giglio è stato, raramente, dipinto di colore rosso: in questo caso è simbolo della passione di Cristo e del suo sacrificio, del sangue versato sulla croce.
Papaveri e papere
Quando ero più piccola, in famiglia mi cantavano sempre questa canzone, che per chi non la riconoscesse dal titolo è quella del "lo sai che i papaveri son alti, alti, alti...". Anche a causa di questa canzone dalle note allegre, non avrei mai immaginato che il papavero potesse essere simbolicamente legato alla morte.
Questo fiore rosso viene molto spesso associato al riposo eterno, forse anche perché, fin dai tempi degli antichi greci, erano ben note le qualità soporifere legate alla lavorazione di alcune tipologie specifiche; si pensi infatti che proprio in Grecia si era soliti rappresentare il dio del sonno, Ipno, con una corona di papaveri sul capo e, più in generale, moltissime divinità legate tanto al sonno quanto alla morte (che sarebbe il riposo eterno), hanno come attributo proprio questo fiore.
Successivamente il papavero è stato riutilizzato come simbolo anche dai cristiani e lo ritroviamo spesso nei quadri di tematica sacra, come in questo esempio di Raffaello, la Madonna del Belvedere. Accanto al braccio sinistro della Madonna si vede proprio questo fiore, che qui rappresenta la prefigurazione della passione e del sacrificio di Cristo. Altre volte invece, questa pianta è associata alla scena della crocifissione.
Un altro caso in cui questi fiori vengono spesso utilizzati sono le vanitas: si tratta di un sottogenere della natura morta, in cui vengono rappresentati elementi inanimati che sono simboli della caducità della vita e della brevità del nostro tempo sulla terra. Questo nome deriva dal motto biblico vanitas vanitatum et omnia vanitas, ovvero "vanità delle vanità, tutto è vanità", un ammonimento all'effimera condizione dell'esistenza.
La sensualità delle rose
Siamo arrivati alla vera e propria regina di tutti i fiori: la rosa. Sicuramente, nell'immaginario comune questo fiore è associato a significati diversi anche in base al suo colore: rosso per la passione, bianco per la purezza. arancione per l'amicizia...
Da una parte, sicuramente la rosa è legata all'amore e alla passione; si pensi, ad esempio, all'incontro mitico di Venere e Adone: la dea si era punta il piede proprio con la spina di una rosa e aveva dovuto interrompere la sua passeggiata (è questo il momento che viene rappresentato da Annibale Carracci); nel cercare una sorgente per disinfettare la ferita, trovò Adone che dormiva accanto alla fonte e si innamorò di lui. Qui la rosa assume quasi lo stesso ruolo di una freccia di Cupido, creando in un certo senso il pretesto dell'innamoramento.
A diverse epoche corrispondono diversi significati: difatti, nel Medioevo la rosa era un simbolo che veniva attribuito solamente alle vergini, ovviamente spesso era di colore bianco. Invece, una rosa a cinque petali nel nimbo, ovvero nella aureola del santo, è il segno della discrezione e del riguardo.
Tra i tanti, c'è stato un artista che ha voluto rappresentare un episodio dell'antichità molto particolare, legato proprio a questo fiore: Lawrence Alma Tadema, con “Le rose di Eliogabalo” . Si narra nella Historia Augusta (una raccolta di biografie di imperatori e usurpatori romani comprendente l'arco di tempo che va da Adriano a Numeriano) che l'imperatore Eliogabalo, per sorprendere i suoi ospiti ad un banchetto, li sommerse di petali di fiori; tuttavia erano talmente tanti che non riuscirono più a liberarsi e morirono soffocati.
Alma Tadema riporta proprio questo episodio, ma piuttosto che petali di fiore, li sostituisce con soli petali di rose: questo forse perché ha voluto simboleggiare il significato intrinseco della rosa: dietro la sua bellezza si cela il pericolo. La rosa è simbolo di bellezza, ma senza attenzione, le sue spine possono rivelarsi una dolorosa sorpresa.
E come un girasole...
Dulcis in fundo, il re dell'estate: il girasole. Parlando di questo fiore, sicuramente il primo nome che ci viene in mente è quello di Vincent Van Gogh, appassionato pittore di questo soggetto. Tuttavia, la simbologia del girasole ha origini antichissime e il suo significato va spiegato con un mito, quello di Clizia e Apollo, presente nelle Metamorfosi di Ovidio. Clizia, bellissima ninfa, si innamora del dio del Sole, Apollo, il quale, per un certo periodo, ricambia il suo sentimento, ma dopo si innamora di un'altra donna, abbandonandola. A causa di ciò, Clizia decide di lasciarsi morire lentamente, senza più mangiare, né bere:
Per nove giorni, senza toccare né acqua né cibo, digiuna, si nutrì solo di rugiada e di lacrime e mai si staccò da quel posto: non faceva che fissare il volto del dio (Apollo) che passava, seguendone il giro con lo sguardo
Ovidio, Metamorfosi
A questo punto Apollo, mosso a compassione, decise di tramutarla in un fiore: così nacque il girasole, che, tutt'oggi, segue fedele il sorgere e il tramontare del sole. In realtà, Ovidio non parla mai esplicitamente di un girasole, sono stati i pittori barocchi ad associare Clizia a questo fiore e, sempre seguendo il mito, lo associarono alla fedeltà.
Proprio con questo valore, ad esempio, lo troviamo nell'Autoritratto di Van Dyck: il pittore tiene al collo una pesante collana d'oro, che gli fu donata dal re d'Inghilterra Carlo I; il girasole quindi diventa un simbolo della fedeltà e della riconoscenza di Van Dyck al suo signore, che lo aveva appena nominato pittore di corte.
Molti altri pittori hanno raffigurato questo fiore nel loro quadri: ricordiamo sicuramente il già citato Van Gogh, come anche Schiele, Klimt e Gauguin; per alcuni di loro, il significato del girasole è legato anche al suo bellissimo colore giallo vivo, simbolo di gioia, di vita e di agognata felicità.
Con il passare dei secoli, i fiori si sono fatti sempre più protagonisti della pittura, diventando soggetti addirittura autonomi, ma hanno mantenuto comunque il loro legame con la radice antica, come abbiamo riscoperto in questo articolo.
Molti e molti altri sono i significati nascosti dietro petali e pistilli, ma quelli che abbiamo potuto vedere insieme sono sicuramente già un ottimo inizio!
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