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"Inestimabile": come funziona il mercato dell'arte oggi (parte seconda)

Immagine del redattore: Francesca QuaresimaFrancesca Quaresima

Parigi 2022, Museo del Louvre. Dopo aver raggiunto la Gioconda ed essere riuscite a darle un’occhiata più che fugace e sicuramente poco gratificante data la quantità di persone intente a scattare il selfie da aggiungere alla loro prossima storia sui social, una mia amica mi dice: «certo, opere del genere non hanno valore, non penso che possano avere un prezzo, giusto? »


Ebbene amici, quella di cui sopra è proprio la domanda che ci facevamo nella prima parte del nostro articolo sul mercato dell’arte. Come ci siamo già detti in quell’occasione, tutte le opere d’arte hanno un prezzo, nonostante la loro storia e la loro importanza possano portarci a credere che non ne abbiano.


Leonardo da Vinci, Monna Lisa, 1503-1506, Museo del Louvre, Parigi

Ad ogni modo, il breve aneddoto che vi ho raccontato ci dice due cose importanti: la mia amica non legge i miei articoli e, in secondo luogo, che con questo cercherò di rispondere a lei e a tutti quelli che si sono posti lo stesso interrogativo.


Molti di voi ricorderanno che nel novembre 2017 venne venduto da Christie’s il Salvator Mundi, un’opera attribuita al nostro Leonardo da Vinci che ha fatto parlare di sé per due motivi principali. In primo luogo per il prezzo record realizzato, ben 450 milioni di dollari, e poi perché subito dopo la clamorosa vendita sono cominciati a sorgere i primi dubbi sulla sua autenticità.


Leonardo da Vinci (attr.), Salvator Mundi, 1505-1515, collezione privata

Quindi se un’opera come il Salvator Mundi può essere valutata (ammettiamo per praticità che sia effettivamente una creazione di Leonardo), lo è sicuramente anche la cosiddetta Gioconda. Anche questo celeberrimo quadro ha una sua assicurazione, ovviamente, e anche una stima, che però raggiungerebbe prezzi talmente alti da mettere in crisi anche il più ricco dei miliardari.


Riprendiamo quindi le fila del nostro discorso e ricominciamo da dove ci eravamo lasciti: chi decide quanto costa un’opera d’arte? Come già accennato, quello della valutazione è un processo in cui si intrecciano diversi fattori, che uniti insieme contribuiscono a stabilire il prezzo e quindi il valore di un’opera d’arte.


Innanzitutto occorre precisare che quando si parla di opere d’arte ci si riferisce, oltre che ai dipinti, anche ad altre forme, come la scultura, il disegno, o creazioni più complesse e contemporanee come le istallazioni o le performance. Tutti questi tipi di opere e altri ancora, hanno le loro caratteristiche e peculiarità e al momento della valutazione vengono trattati di conseguenza. Per amore di pratica in questo articolo proponiamo un discorso generale riferendoci per di più ai dipinti.


Facciamo quindi un’ulteriore distinzione tra artisti contemporanei (in vita) e artisti ormai defunti (più o meno recenti). Questa distinzione è dovuta dal fatto che i primi posseggono il cosiddetto coefficiente dell’artista. Di che cosa si tratta? Il coefficiente altro non è che un numero che ci fornisce la misura della popolarità e quindi del valore (di mercato) dell’artista. Un artista emergente avrà un coefficiente basso, uno affermato sul mercato ne avrà uno molto più alto. Questo numero quindi viene inserito in una vera e propria operazione matematica che prende in riferimento tre valori: quelli relativi all’opera che si vuole valutare e quindi la sua base e la sua altezza e infine il coefficiente stesso. L’operazione da eseguire è la seguente:


(base + altezza)x coefficiente


Questa formula ci da già due indizi fondamentali.


In primo luogo che il prezzo di un’opera d’arte è determinato innanzitutto dal nome dell’artista e quindi che un altro fattore determinante va rintracciato nelle dimensioni.

Questo è vero sia per gli artisti contemporanei a cui si applica l’operazione cha abbiamo visto sopra, ma anche per cosiddetti Antichi Maestri. Pure per questi ultimi c’è una scala di gradimento che riflette sia il loro valore storico-artistico che quello prettamente economico; tale gradimento, ovviamente, non è sempre uguale in tutte le epoche, basti pensare che un artista come Caravaggio, oggi apprezzatissimo, è stato rivalutato solo il secolo scorso.


Quando si è di fronte ad un quadro, che sia questo antico o contemporaneo, sarà sempre bene avere tutte le informazioni reperibili sulla sua storia, anche questa ci aiuterà a dargli un valore più preciso.


A questo riguardo quindi saranno da valutare la sua storia espositiva e dunque tutte le esposizioni a cui ha partecipato e soprattutto di che levatura queste fossero. Esempio: se ha partecipato ad un mostra alle Scuderie del Quirinale vuol dire che quell’opera deve avere una certa importanza. Allo stesso modo bisogna reperire tutta la bibliografia dell’opera: chi ne ha scritto? È presente nel catalogo dell’artista? E così via discorrendo. Tutte queste informazioni dovrebbero farci capire se l’opera in questione è autentica.


Proseguendo con il nostro discorso, un altro aspetto molto importante da prendere in considerazione è la rarità. Non è difficile immaginare che qualcosa di raro abbia un grande valore, funziona così in tutti i settori e non fa esclusione quello delle opere d’arte. Solitamente gli artisti più rari, sono gli stessi che raggiungono prezzi più alti sul mercato, si veda l’esempio del Salvator Mundi che in occasione della vendita è stato sponsorizzato come ultimissima opera di Leonardo da Vinci disponibile sul mercato. Ancora, la rarità può essere letta anche in relazione al periodo di produttività dell’artista stesso. Esempio: artista x è stato molto attivo nel suo periodo giovanile, e le sue opere di quello specifico momento sono numerose e disponibili, mentre ha smesso quasi definitivamente di produrre in vecchiaia, quindi le poche opere prodotte durante l’ultima fase della sua carriera sono meno disponibili ed è proprio per questo che varranno di più rispetto alle prime.

Questo esempio può essere potenzialmente verosimile, ma sarà bene ricordare che - tendenzialmente - sono le opere del periodo giovanile di un artista (parliamo sempre di maestri antichi in questo caso), a valere di più, perché è in questa fase che il pittore sperimenta e costruisce la sua cifra stilistica.


Questo ci dice che bisogna sempre cercare di individuare la datazione precisa dell’opera, quando è possibile, o comunque cercare di capirne il periodo.


Oltre a tutto questo, occorre sempre valutare lo stato conservativo dell’opera. Un’opera in ottimo stato di conservazione può essere valutata al massimo delle sue possibilità, se invece risulta essere rovinata, o anche ridipinta da mani successive, mal restaurata o quant’altro, il suo valore di mercato – inevitabilmente – cala.


Come si può facilmente comprendere la valutazione di un'opera d'arte è un processo molto complesso, quelli che abbiamo riportato sono fattori imprescindibili per una buona valutazione, tuttavia le variabili in gioco sono sempre molte e anche diverse caso per caso.


Con questa seconda parte speriamo di aver risposto ad una domanda molto frequente quando si parla di arte ma anche di denaro. Ma ora voglio farvi io una domanda: ritenete giusto che questi beni così particolari, che molto spesso hanno fatto la storia, oltre che la storia dell'arte, abbiano un prezzo? Fatecelo sapere nei commenti!


 

Fonti e approfondimenti:


  • Louisa Buck e Judith Greer, Come comprare l'arte contemporanea : il manuale dei collezionisti, Torino, Allemandi, 2008

  • Poli, Francesco. Il sistema dell'arte contemporanea : produzione artistica, mercato, musei. Roma GLF editori Laterza, 2008

  • Forte, Francesco, Mantovani, Michela. Manuale di economia e politica dei beni culturali. Soveria Mannelli Rubbettino, 2004



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